Consiliul
Județean Cluj
VERSO L’ITALIA
Rubrica a cura di Serena Piccoli e Giorgia Monti.
LUCIA GUIDORIZZI
Bambino con smartphone
Pallido con gli occhiali
Su cui si rifrangono
Luci fredde
Amorfo sul divano
Inabissato nel suo
Celeste pantano
Catturato dai bagliori
Dello schermo
Avvelenato dal suo solitario
Perdersi
Con pupille irretite
da sollecitazioni virtuali
Con un corpo ignaro
Di corse e cadute
Che ignora le ferite
Bambino eremita
Bambino divorato
Come idolo dimenticato
E divorato dalle luci fredde
Nient’altro che un’ ombra
Nel silenzio della casa vuota
Dove ognuno sta immobile
Davanti ad una tavoletta luminosa
Senza dire una parola
Lucia Guidorizzi – ha pubblicato con Editoria Universitaria : Confini, 2005, Scandalose entropie. 2006, Ibrida Hybris, 2007 e Quadrilunio. Una tetralogia dell’Anima, 2009 e con Supernova Milagros, 2011, Nel paese dei castelli di sabbia, 2013, Controcanto, 2015 Pietra Esile, 2017.
Cura la rubrica LuciAllaluna online per il Progetto 7Lune.
MONICA AMADUCCI
Infiniti cerchi
Così, con le lacrime
che ti fanno compagnia
rotolando sulla pelle
di fronte al soffitto
dove si schiacciano
i domani:
macchie di muffa
da contare e ricontare
stringendo i denti
e il lenzuolo in un pugno,
nell’altro i frammenti
di domande
rimbalzanti come rane
e alle pareti riflessi
i visi della veglia
in fila incorniciati
(anche il tuo) ingigantiti
strappati agli alibi
dei rumori del contesto
ridicoli immobili
bloccati al fermoimmagine
gli sguardi ebeti
le bocche aperte.
E a quelli tu disegni
a matita sul muro
enormi nuvolette
di fumetti senza scritta
intercalati dalle crepe.
Monica Amaducci vive a Cesena. Nel 1983 ha pubblicato Afonie (Il Ponte Vecchio) ed ha partecipato all’antologia Voce Donna (Il Vicolo di Cesena). Dopo essersi interessata di poesia visiva, con Cesare Padovani, ha esposto proprie opere alla rassegna Rapsodie di Lune a San Marino. Ha scritto testi teatrali, Labirinti è stato presentato al Plautus Festival di Sarsina. Ha partecipato al Festival internazionale di Poesia , Video e Arti visive L’Orecchio di Dioniso 2018, proponendo poesie tratte dal nuovo libro Orme di piedi nudi nell’anima (Il Ponte Vecchio, 2018 ).
PAOLO POLVANI
La fila
Il fondo della fila si allontana, come la giovinezza.
Qualcuno ride e sfoggia una dentiera scintillante,
un altro mostra gengive indurite ma ancora vive. Invece uno
ha il figlio morto, anzi precipitato dalle impalcature secondo
la definizione del giornale. Un altro ha la moglie
con l’halzeimer e la lega quando viene qui
per la pensione. Amico attento, a quest’ora
si svegliano i colombi e te la fanno in testa.
Rispetto ? che senso ha questa parola ?
Intanto uno esce col suo bel gruzzolo in tasca e pensa
che quel desiderio di parmigiano anche per questo mese
resta nell’elenco. E uno gli fa: l’a
strousc tutt ch’i m’nenn, in dialetto, allegro,
li spenderai con le ragazze, tutti. Ma quello è intento
a stringerli dentro la tasca, fatica a sorridere.
Eppure nessuno appare triste, sembrano scolari,
con quei giacconi troppo grandi e i pantaloni
spaiati dell’abito del matrimonio.
Paolo Polvani è nato nel 1951 a Barletta, dove vive. Ha pubblicato diversi libri di poesia, ultimi dei quali: Una fame chiara, Terra d’ulivi edizioni, 2014; Cucine abitabili, MR editori 2014; Il mondo come un clamoroso errore, Pietre vive 2017. E’ tra i fondatori e redattori della fanzine on line Versante ripido.
MARTINA CAMPI
Le catene di pioggia si rovesciano, allagano
e le strade di campagna si confondono coi fossi incolti
e le auto coi finestrini serrati azzurri si bloccano
e la città, vista da qui, sembra un miraggio.
Gli anni luce impiegati dal tempo non hanno tenuto conto
dei fili, dei legami, di un giubbetto inzuppato,
dei lacci delle scarpe, della suola, della gomma,
la scelta di non conservarsi al ricordo;
queste stagioni, di taglio impreciso, non hanno tenuto conto
di una bicicletta nera col cestino del pane, un soffitto bianco
sfondato da piedi bambini in fuga.
Di una voce che ha smesso di farsi sentire, da questa parte del mondo.
La città, vista da qui, sembra un miraggio
E gli alberi raccolgono pioggia tra le foglie
E noi ci facciamo acqua, sgocciolanti dai vestiti e dal volto
E portiamo in salvo le nostre borse, dalle correnti.
(Tutto intorno a noi)
da Cotone (buonesiepi libri, 2014)
Martina Campi, autrice e performer, ha pubblicato: La saggezza dei corpi (L’arcolaio, 2016), Cotone (Buonesiepi Libri 2014), Estensioni del tempo (Le Voci della Luna Poesia, 2012 – Vincitore Premio Giorgi), e la plaquette È così l’addio di ogni giorno (Corraino Edizioni 2015), con il poeta V. Masciullo. Curatrice, con A. Brusa e V. Grutt, di Centrale di Transito (Perrone Editore 2016). Fa parte del Comitato Bologna in Lettere. Co-fondatrice, insieme al compositore polistrumentista Mario Sboarina, del progetto Memorie dal SottoSuono – The poetry music experience.
CLAUDIA ZIRONI
nella conta dei lutti
amico mio
tu che sei di tanto avanti, dimmi
si diventa immuni dal dolore?
o i dolori si sommano in un cuore
sempre più gonfio e crepato, invecchiato
prossimo all’esplosione. o lo rende spento
tanto dolore, piccolo e duro
come un sassolino di cava, opaco
un grumo immobile, nero. o dimmi
se il dolore invece lo fa leggero
e trasparente, e il cuore vola via
lasciandoci soli.
Claudia Zironi, bolognese, opera dal 2012 nel mondo della diffusione culturale con la fanzine Versante Ripido dedicata alla poesia, della quale è uno dei fondatori. Cinque pubblicazione in Italia, l’ultima è “Variazioni sul tema del tempo” (2018). In USA è uscito nel 2016, in traduzione con testo originale a fronte, il suo secondo “Eros and polis”.
ENRICO GREGORI
Per il gusto di viaggiare
Scia sulla sabbia
corrente subacquea
tragitto consigliato.
Biglia mossa da null’altro
se non ostinata goffaggine,
inerzia irregolare
andamento perpetuo
verso vuoto vacante.
Sulla tua pelle
quella degli altri,
nei vostri pensieri
nei miei meandri
un segmento infinito
concetti da demolire
dubbi da riconquistare.
Piaceri in subbuglio
identità mutabile
libertà leggera
faticata sazietà felice.
Enrico Gregori – nasce nel 1989. Scrive in maniera costante e seria dal periodo delle scuole superiori accumulando molto materiale. Con il primo stipendio si è autoprodotto il suo primo libro (attualmente ne ha tre) e ha iniziato a girare per locali con musicisti o in solitaria per promuovere e far girare le su parole.
Lo fa tutt’ora incastrando i tempi con il lavoro.
PIER FRANCESCO DE IULIO
Aprile
è dietro l’angolo
e la sua promessa
anche –
è dietro l’angolo.
Il viso
e il bianchissimo
seno – sono in angolo.
Come afflato geometrico
o numero quantico.
Sussulto,
corpo squassato –
corimbo che tutto squadra
e riunisce.
Di ogni angolatura
futura – è la forma.
La rachide che schiude,
in questa sorprendente
specie d’addio.
Pier Francesco De Iulio è nato e vive a Roma, dove si occupa di Comunicazione digitale e Formazione aziendale. Suoi testi poetici sono stati pubblicati su diverse riviste letterarie, a stampa e online, anche in traduzione.
FABIA GHENZOVICH
Prisma
Come un puzzle scombinato qualcosa
si frantuma. Neppure io mi riconosco.
Cade un muro e si rovescia il secolo
per ricomporsi in un azzardo
di leggerezza.
Una sfaccettatura nel prisma
del possibile creata per lo scompiglio.
Uno stupore di stelle spazza via
la polvere d’ogni santa
sicumera persino una fede
vacilla sulla nudità
del corpo residua al lieve
passo di viandanza
la musica segreta che manca
saperla ascoltare invece
lasciarla passare da uno ad uno
dentro e fuori
ricominciare
da capo
senza più muri.
Fabia Ghenzovich è nata a Venezia dove vive. E’ interessata alla poesia e alle sue possibili interazioni e contaminazioni tra i linguaggi dell’arte e in particolare con quello musicale, come nel caso di “Metropoli”, testi musicati in stile rap, con più rappresentazioni a Venezia, Milano e Padova. Ha partecipato alla prima Biennale di poesia “Officina della percezione” (premio Lorenzo Montano 2004 a Verona) e ha avuto più volte riconoscimenti al premio. Ha pubblicato molti libri di poesia.
FRANCESCA DEL MORO
La risorsa umana si è spezzata in più punti
Era poco flessibile, dicono, poco resistente,
o forse è stato per via di quella parte male inserita.
Una volta sostituita, si ignora la sua destinazione.
Ridenti i mercati assistono come gerani al balcone.
Francesca Del Moro è nata a Livorno nel 1971 e vive a Bologna. Ha pubblicato le raccolte poetiche Fuori Tempo (Giraldi, 2005), Non a sua immagine (Giraldi, 2007), Quella che resta (Giraldi, 2008), Gabbiani Ipotetici (Cicorivolta, 2013), Le conseguenze della musica (Cicorivolta, 2014), Gli obbedienti (Cicorivolta, 2016), Una piccolissima morte (edizionifolli, 2017) e la biografia musicale La rosa e la corda. Placebo 20 Years (Sound and Vision, 2013).